In Italia i programmi di screening per il tumore della mammella prevedono l’esecuzione di un esame mammografico gratuito, ogni due anni, nelle donne tra i 50 e i 69 anni. In alcune regioni lo screening è esteso anche alle fasce di età tra i 45 e i 49 anni e tra i 70 e i 75 anni. Nella regione Piemonte, in particolare, alle donne tra i 50 e i 69 anniviene inviata unalettera di invito, con appuntamentoprefissato, a firma del proprio medico di famiglia.
Le donne tra i 45 e i 49 anni e quelle tra i 70 e i 75 anni non ricevono una lettera di invito, ma possono aderire spontaneamente al programma contattando il centro di screening della propria zona di residenza. L’intervallo di tempo stabilito tra un test con esito negativo e il successivo è di 1 anno nella fascia d’età tra i 45 e i 49 anni, mentre è di 2 anni nelle donne con più di 50 anni.
Con quali strumenti si fa lo screening del tumore al seno?
La mammografia è tuttora il test di screening più efficace; viene eseguito nelle due proiezioni standard e viene poi visionato separatamente da due medici esperti nella lettura di mammografie.
Qualora anche solo uno dei due “lettori” riscontri un’immagine dubbia, la donna viene richiamata, nella maggior parte dei casi entro 20 giorni dall’esecuzione del primo esame, per eseguire degli approfondimenti, che in genere consistono in ulteriori proiezioni mammografiche e/o esame ecografico, dopo i quali si decide se effettuare o meno un’agobiopsia.
In alcune categorie di donne ad alto rischio, per esempio per la presenza di mutazioni genetiche che favoriscono l’insorgenza del tumore mammario (BRCA1 e BRCA2), lo screening si avvale della RM con mezzo di contrasto con cadenza annuale.
Perché fare lo screening?
Lo scopo dei programmi di screening è quello di una prevenzione secondaria periodica; a differenza della prevenzione primaria, che mira a ridurre il manifestarsi di una patologia agendo sui suoi fattori di rischio, la prevenzione secondaria mira ad ottenere una diagnosi precoce della patologia, garantendo alle donne trattamenti meno aggressivi e più efficaci, con l’obiettivo finale di ridurre la mortalità da tumore mammario.
Ad oggi lo screening ha permesso di ottenere una riduzione della mortalità per tumore mammario davvero significativa, stimata tra il 15% e il 30%, dimostrandosi efficace strumento di prevenzione.